I ristoratori non ce la fanno più. Ormai è quasi un anno che le loro attività non seguono più orari consoni a un esercizio di questo tipo. Tregua estiva a parte, il fatturato continua a calare e anche nei prossimi mesi, con il meccanismo dei colori, non sembrano esserci notizie positive. Stanchi di una situazione che si protrae da mesi, hanno avviato una campagna social denominata #ioapro, che invita tutti i ristoratori ad aprire le proprie attività a partire dal 15 gennaio. Una sorta di protesta contro le misure restrittive anti-Covid che di certo non farà felice il personale sanitario degli ospedali, già alle prese con le prime avvisaglie della terza ondata.
I ristoratori protestano contro le chiusure a oltranza: la campagna social
Per il ristoratore di Pesaro Umberto Carriera, che ha già effettuato azioni di resistenza in tutti questi mesi collezionando multe e sospensioni di attività, si tratta di una “questione di sopravvivenza”, perché “siamo già al punto di non ritorno, ma ci proviamo lo stesso”. Solo in pochi sono riusciti ad andare avanti (e qualcuno anche a guadagnare più del solito) utilizzando l’ingegno e sfruttando la possibilità del cibo da asporto e della consegna a domicilio. Intanto, l’iniziativa social ha già raccolto più di 50 mila adesioni. Sarebbero circa quattrocento i locali a fare la resistenza. Per Carriera non c’è mai stata “una indagine epidemiologica che accerti i contagi nei locali, a differenza di quanto può accadere sui mezzi pubblici o nei supermercati”. L’obiettivo è quello di tornare a lavorare, rispettando in tutto e per tutto i protocolli di sicurezza vigenti.