Putin cita il Vangelo e afferma “Non c’è amore più grande di dare la propria vita per i propri amici”. In questo modo prova a giustificare la sua aggressione all’Ucraina. Le parole suonano come un eco nello stadio di Mosca colmo di bandiere russe e vessilli con la ‘Z’ simbolo dell’invasione.
Putin e l’annuncio dei progetti prossimi in Ucraina
Putin si rivolge al mondo che parla dell’insuccesso della sua operazione militare e gela tutti: “Sappiamo esattamente cosa fare. Come e a spese di chi. E attueremo tutti i nostri piani”. Molto probabilmente i suoi piano vanno oltre l’attuale conflitto, lo scopo principale del Presidente russo è ridare vita al vecchio impero. Dopo i messaggi lanciati via TV adesso si concede il bagno di folla. Intanto Joe Biden parlando al telefono con Xi Jinping spiega come il dispiacere e la paura del mondo aumentino di fronte ai bombardamenti su Kiev, Leopoli, Mariupol e tutte le altre città ucraine che sono state coinvolte dall’inizio del conflitto ad oggi. Secondo quanto affermato dal presidente russo Mosca vuole evitare il genocidio nella regione del Donbass. Il look dello zar durante il discorso attira lo sguardo di chiunque, ha uno stile ‘made in Italy’, indossa un maglione a collo alto color crema ed un parka blu di Loro Piana dal valore di un milione e mezzo di rubli, ovvero 12 mila euro. La sua scelta è stata più volte criticata poiché va in contrasto con quanto sta avvenendo in Ucraina a causa delle sue disposizioni e delle sanzioni nei confronti della Russia.
L’esito del confronto con Scholz e Macron
Il presidente della Russia si paragona al più grande ammiraglio russo della storia, Fyodor Ushakov, grande eroe ai tempi di Caterina la Grande e dal XXI secolo venerato come santo dalla Chiesa ortodossa. Secondo le sue affermazioni durante l’intervento pubblico e quanto da lui stesso rivelato durante una chiamata col cancelliere tedesco Olaf Scholz e col presidente francese Emmanuel Macron lo scontro andrà oltre quanto stiamo seguendo da un mese. Mosca accusa Kiev e dell’Occidente ritenuti i responsabili di questi crimini di guerra.